Oca Gialla All’Europeo UFO 22 in Germania

Resoconto (stavolta serio) della trasferta all’europeo Ufo 22 degli itterici palmipedi.

Trasferta bavarese per Oca Gialla ed il suo equipaggio, Andrea Sambo, Fabio Lanza e Andrea Scarpa, per partecipare al Campionato Europeo UFO 22 al Chimsee splendido lago tedesco tra Monaco e Salisburgo.

Si arriva al Chimsee Yachting Club dopo una scammellata di quasi 8 ore rispettando i limiti del codice stradale e i cavalli della Skoda Yeti sempre braccata da una inquietante prua gialla.
Intanto il posto: bellissimo! Paesaggio verdissimo e bucolico, lago molto bello, ma soprattuto il Circolo: favoloso! Spazi enormi, prato, alberi, strutture a profusione, “mescita sociale” che meriterebbe qualche stella almeno per la terrazza, foresteria con svariate decine di camere a disposizione, parcheggi interni ed esterni, gru di vario tipo, trattorini da rimorchio, capannone per il ricovero delle derive, cavane. Riportiamo un “dettaglio” che farebbe la felicità del nostro Direttore Sportivo: per la gestione della regata hanno messo in campo alcune imbarcazione di proprietà del circolo: una chiatta super attrezzata con torretta di controllo, argano con 150m di catena ed altre amenità, un motoscafo d’alluminio che da solo supera abbondantemente il bilancio annuale del nostro sodalizio, un altro paio di motoscafi e tre o quattro gommoni che ci puoi fare lo sbarco in Normandia.

L’accoglienza e l’organizzazione, per la sua parte visibile, è in mano ad Claudia, una gentilissima signora sempre sorridente e disponibile che si prodiga in saluti, suggerimenti, consigli, verifiche. Una gentilissima signora o per meglio dire eine sehr nette Dame (chiediamo venia a Tom per il tedesco da Google Translator!), si perchè i geni teutonici ci sono tutti: cordiale, ma organizzatissima ed inflessibile. Qui va necessariamente riportato un episodio emblematico: la foto di gruppo. L’evento è previsto alle 9 del mattino sul terrazzo del ristorante, non “per le 9” come sarebbe stato da noi, ma “alle 9” e bisogna presentarsi con la maglietta del campionato (una bella polo di un rosa Peppa Pig, ndr). Alle 9 meno 5 la nostra ospite “invita” col un sorriso imperativo tutti a radunarsi nel posto convenuto e tu dici, adesso facciamo la foto. Invece no! Appello per verificare che ci siamo tutti, controllo dell’abbigliamento, disposizione dei team come da programma e, solo quanto la nostra Claudia decide che si può fare, il fotografo viene autorizzato a scattare la foto. Va detto che tutta l’organizzazione è stata ineccepibile, dall’assegnazione a priori dei posti barca (sapevi qual era il tuo posto prima di partire dall’Italia), alle cene, all’alaggio delle barche fatto domenica in tempi record e con una precisione favolosa.

Beh, visto che siamo stati qua per regatare spendiamo anche due parole su com’è andata in acqua. Il primo giorno vento scarso e a chiazze che bisognava tenere sotto controllo per evitare di trovarsi in zone di bonaccia. Ce la siamo cavata benino portando a casa un 5° un 11° ed un 3°, chiudendo con un 6° di giornata, in fondo con le ariette andiamo benino. Da subito il candidato alla vittoria finale, il team di Fri’s Bee, fa capire le sue intenzioni piazzando 3 primi.

Il secondo giorno ancora 3 regate, una con vento debole, una con vento debolissimo fino a spegnersi del tutto e la terza iniziata con un bel ventone attorno a 20 nodi, ma finita ancora una volta col vento in calare. Ancora tre primi posti per Fri’s Bee e per noi una discesa: 10°, DNF e 11° scivolando all’ottavo posto in classifica generale. Su quel DNF torneremo dopo perché è stato oggetto di lunghe discussioni.

Il terzo giorno, anziché risuscitare, il vento ci abbandona del tutto e dopo essere stati a turacciolare su lago inseguendo blandamente il lodevole comitato di regata alla ricerca delle raffiche, torniamo tutti a terra per le premiazioni e la proclamazione di Fri’s Bee Campione Europeo UFO 22 2018.

Veniamo ora all’unico episodio non proprio piacevole del campionato. E’ difficile descriverlo oggettivamente essendo parte in causa, ma ci proveremo. Intanto cominciamo con i fatti. Seconda regata del secondo giorno. Si inizia con un vento debole su 6 nodi. Durante la prima poppa il comitato di regata alza la Y indicando l’obbligo di indossare i salvagenti. Al termine della regata quando il vento si stava ormai spegnendo del tutto, 6 equipaggi, tutti italiani tra i quali Oca Gialla, non avevano ancora indossato il salvagente. La cosa è stata notata dal comitato di giuria che ha invitato ad indossare i dispositivi di sicurezza, ma anche da un equipaggio, che terminata la regata, avrebbe voluto presentare protesta.

E qui è scoppiato il caso. E’ per noi difficile dire chi avesse torto e chi ragione, ma di fatto quando tenti di piegare qualcosa di inflessibile o ti fai male o lo rompi. Il CdR ha stoppato la protesta dell’equipaggio tedesco, ha convocato i team fuori regola proponendo un compromesso: vi ritirate prima della fine e al posto del DSQ, vi beccate un DNF che, oltre a pesare un punto in meno, può essere scartato. La questione in punta di regolamento era formalmente chiara: Y – salvagente = DSQ. Fine! tutto qua! Inappellabile! No bici, no cani, no discussioni!
La situazione però poteva comportare delle considerazioni ulteriori, tutte fuori regolamento, ma non necessariamente sbagliate puntualmente illustrate dagli equipaggi italiani. Le condizioni erano veramente tranquille con vento verso la fine sui due nodi, gli equipaggi in questione erano tutti italian:i 6 su 8 presenti, si sono salvati solo i 2 che avevano già regatato in precedenza a Chimsee. La spirito della classe è molto amichevole e transigente, pur avendo il coltello fra i denti in regata, fuori il clima è quasi familiare. Sul Garda, luogo di provenienza di buona parte degli equipaggi in questione, la Y si alza con vento ben più sostenuto. Certo la squalifica sarebbe stata giusta, ma sembrava quasi gestire le classifiche “con gli avvocati” come in Coppa America.

Il CdG non sa più che cosa fare. Decide di convocare tutti gli equipaggi per chiedere se fossero d’accordo ad una scelta di fair play e “chiudere un occhio”. Scelta equa del CdG? Lavata di mani? Scarico di responsabilità? Non sappiamo, certo che ha fatto di tutto per convincere gli equipaggi a chiuderla là, ma, più che il fair play, potè la coppetta e la proposta è bocciata. Quindi 6 equipaggi italiani in DNF e classifiche stravolte. Peccato, brutto episodio gestito probabilmente non in maniera ineccepibile.

L’ “affaire salvagenti” ha un po’ guastato il clima, che però si è un subito risollevato con adeguate libagioni di birra. La domenica infatti l’attesa del vento si è trasformata in una enorme battaglia navale di gavettoni che ha coinvolto tutti gli equipaggi che al grido di “Attacke!” si lanciavano secchiate d’acqua con manovre e scarti fra le barche che nemmeno durante il giro delle boe in regata. Come conseguenza, grazie ai meriti conquistati sul campo, il campione italiano di classe in carica, Giorgio Zorzi, ha vinto ex equo il premio “Maglietta Bagnata” (per aver bagnato le magliette altrui, non per la sua).

Il bilancio finale per noi Ochi Gialli è stato sicuramente positivo: campionato chiuso all’8° posto su 17, gran bella trasferta, molta esperienza in più, soprattutto nella lettura delle bandiere.

Qui la classifica.
Ci si rivede il prossimo anno in Austria.
Auf Wiedersehen
(Das Gelbe Gans Team)

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