Achensee, piccolo e bellissimo lago del Tirolo. Un parco giochi per gli amanti della vela e non solo. Dentro ed attorno i suoi nove chilometri quadrati di superficie circondati dalle stupende montagne del Tirolo ci si può divertire in mille modi diversi: windsurf, vela, kitesurf, canoa, sup, ma anche passeggiate, mountain bike, parapendio, sci (ovviamente d’Inverno) e molto altro ancora.
Dal 27 al 30 giugno il Sailing Club TWV Achensee ha ospitato i campionati Europei classe Ufo22, che hanno visto la partecipazione di Oca Gialla con Fabio Lanza, Andrea Sambo ed Andrea Scarpa ed un totale di quattordici imbarcazioni.
Una sintesi d’insieme: fantastico! Bellissimo il posto, perfetta l’organizzazione, ottimo il meteo con sole e vento sempre presenti, amichevole o addirittura familiare lo spirito della classe anche se in acqua nessuno concede nulla. Ottimo anche il contorno organizzativo che prevedeva, tra l’altro, una cena in una baita in quota raggiunta in funivia.

Venendo alle regate, dopo il giovedì dedicato alle stazze, venerdì si scende in acqua con un vento da nord piuttosto sostenuto, attorno ai 20 e più nodi. Acqua piatta, planate continue in poppa, adrenalinici incroci in velocità e giri di boa al cardiopalma. Il comitato decide per quattro prove, fisicamente impegnativo, ma esaltante!
Sicuramente non sono le condizioni alle quali sono abituati i nostri “ochi di mare”, ma dopo averci preso la mano, se la cavano con un dignitoso ottavo posto (e uno “sbaro” mure a sinistra ai danni di una imbarcazione tedesca, per fortuna senza conseguenze). Da subito la barca austrica di Wendl Gunter, AUT 114, fa capire che intenzioni ha, infilando quattro primi e guidando la classifica davanti all’immancabile Giorgio Zorzi e al suo equipaggio.
Sabato, secondo giorno di regata, altre quattro prove, ma questa volta vento da sud più leggero, attorno ai 10-12 nodi. Sono condizioni più favorevoli ai nostri che con un 4°, 6°, 7°, 5° risalgono al sesto posto in classifica generale. Gunter insiste: 3 primi ed un settimo spegnendo definitivamente le speranze di Zorzi.
Il terzo giorni di regate si prevede una sola prova, il vento si fa attendere un po’, ma poi il comitato riesce a mettere giù il campo con un vento da sud attorno agli 8 nodi. Gli “ochi”, forse un po’ stanchi dai giorni precedenti, non approfittano delle condizioni a loro favorevoli con un 10 posto poi scartato. Gunter, con una scelta discutibile a parere di chi scrive, decide di non partecipare alla regata matematicamente certo del suo primo posto in classifica generale dove rimane tutto pressoché invariato: prima AUT 114 di Wendl Gunter, seconda ITA 101 di Giorgio Zorzi, e terzo un altro equipaggio austrico AUT 104. La nostra Oca Gialla chiude con un buon sesto posto.

Qualche considerazione a margine dell’evento. Innanzitutto, un rammarico per la scarsa presenza di italiani: solo tre barche. Decisamente poche se si pensa che la maggior parte della flotta risiede in Italia. Si spera che questo sia dovuto a difficoltà organizzative e non a sterili strascichi di qualche inutile polemica.

Altra cosa che stupisce un “italiano all’estero” è il diverso approccio alla responsabilità, almeno in certi ambiti. Non per essere esterofili a tutti i costi, ma certe cose sembrano eclatanti a chi scrive. Un esempio su tutti: la gru per alare e varare la barca. In Italia servono patenti, brevetti e “carte” varie per utilizzarla ed inoltre puoi usare quella “di quel circolo” non un’altra, forse per questioni assicurative. All’estero, e l’Austria non fa eccezione, la tua barca te la ali e vari tu. Fai danni: tu paghi. Fine, no bici, no cani, no discussioni.
Molto positivo il fatto di fare quante più prove possibili per sfruttare il vento nelle giornate in cui c’è: nel caso specifico si sono fatte otto prove in due giornate. Sicuramente stancante, ma molto bello. Esempio da cogliere anche per qualche regata nostrana.
Ultima questione: tutto il campionato è stato ottimamente gestito da un solo e unico giudice di regata che gestiva anche le proteste, una barca giuria ed un gommone. Interessante, no?
Archiviato questo europeo, aspettiamo di rivedere in acqua gli “ochi” nostrani all’Italiano di Torbole.
Auf wiedersehen