Nostra intervista a Edoardo Marangoni

Abbiamo incontrato Edoardo Marangoni subito dopo la vittoria nel Campionato Italiano Minialtura di Chioggia con MIND THE GAP – TEMPUS FUGIT; Edoardo, classe 1992, veronese di nascita (per la precisione Legnago), è da sempre socio del Circolo Nautico Chioggia, società per la quale dal 2013 riveste anche il ruolo di Istruttore di 1° livello compatibilmente con i suoi impegni di studio. Perché Edoardo? A bordo di MIND THE GAP c’erano naturalmente anche Karlo HmeljackNicolò CavallarinEnrico e Nicola Zennaro e a tutti vanno i nostri complimenti e la nostra ammirazione per il risultato raggiunto, resta però il fatto che ad Enrico e Nicola abbiamo già avuto modo di dedicare attenzioni in un passato anche recente di prestigiose vittorie e piazzamenti, per cui ci sembrava bello questa volta sentire Edoardo che, oltre che prodiere, di MIND THE GAP è anche co-armatore assieme a Nicolò Cavallarin del Portodimare.

D: Edoardo, per cominciare presentati un pochino raccontandoci un po’ della tua storia da velista

Edo: Ho iniziato ad andare in barca a vela  al CNC all’età di 10 anni frequentando un corso di iniziazione in Optimist con l’Istruttore Riccardo Chiereghin che quindi, come per tanti altri ragazzi a Chioggia, è stato il mio primo maestro ed ha probabilmente il merito di avermi fatto innamorare della vela, uno sport che mi è subito entrato nel cuore con buoni risultati tanto che Riccardo mi propose subito  di continuare con un corso di perfezionamento. I primi anni sono stati di normale trafila, il corso di perfezionamento mi ha avvicinato all’agonismo e poi sono entrato nella squadra agonistica Optimist del CNC con Istruttori prima Luca Marangon e poi Stefano Lanza. Dopo 4 anni, per raggiunti limiti di età, sono passato al Laser dove ho ritrovato come allenatore Riccardo Chiereghin  e con lui ho fatto altri 6 anni di regate; purtroppo però il Laser è anche una imbarcazione molto fisica e per me era piuttosto dura così ho cominciato a guardarmi attorno anche per provare barche diverse. Sono approdato al Meteor inizialmente richiamato proprio dal mio ex istruttore Luca Marangon su PIO PIO per il campionato di Bibione, nel frattempo ho provato anche lo Snipe con il mio amico di sempre Suresh Pugiotto con il quale avevo condiviso tanti anni in Laser, finché siamo stati chiamati entrambi a bordo del Meteor SERBIDIOLA di Nicolò Cavallarin che sarebbe poi diventato mio socio con MIND THE GAP. In quegli anni, grazie alla disponibilità e benevolenza degli armatori che ci hanno dato una possibilità, abbiamo girato un po’ di barche tra altura e Minialtura facendoci un po’ conoscere nell’ambiente, Nicolò ci chiamò per sostituire su SERBIDIOLA i suoi genitori e per alcuni anni abbiamo formato un buon equipaggio con buoni risultati a livello zonale ma anche al Nazionale di Trieste.

D: Quindi sei approdato abbastanza naturalmente su Meteor e Minialtura, hai conosciuto Nicolò, ma come e perché avete acquistato MIND THE GAP?

Edo: Con Nicolo’ abbiamo deciso di acquistare MIND THE GAP perché cercavamo una barca competitiva fin da subito, e dato che non avevamo nessuna esperienza in fatto di certificati ORC, ma avevamo capito che un buon certificato è fondamentale per essere competitivi, abbiamo optato per la via più sicura, per non parlare del fatto che la barca era già a Chioggia, ed era appena stata sistemata per partecipare al campionato italiano ed europeo, quindi non necessitava nè di un trasferimento nè di lavori di manutenzione o nuove vele.

D: In effetti la barca è al suo terzo titolo nazionale Minialtura consecutivo e con voi da alcuni anni domina le regate a livello zonale e di Coppa Italia, quindi eravate i grandi favoriti di questo campionato italiano, ma raccontaci un po’ in pillole come è stato

Edo: Per noi è iniziato tutto molto presto perché già sul finire dell’anno scorso, Enrico Zennaro ci ha fatto questa proposta, un team di professionisti per gareggiare al massimo livello. Confesso che inizialmente ero scettico sulla riuscita della cosa, perché il budget necessario era alto per noi, ma fortunatamente siamo riusciti a trovare un accordo e far partire questa avventura. Abbiamo iniziato con un check-up della barca, e con i primi lavori di manutenzione per essere certi dell’affidabilità dei componenti. Poi ad aprile abbiamo fatto i primi 3 giorni di allenamento per affiatare l’equipaggio e terminati gli ultimi lavori ci siamo presentati con qualche giorno di anticipo al campionato per ulteriori allenamenti. Tutto questo impegno ha dato i suoi frutti, consentendoci di regatare con la tranquillità che ci ha poi premiato; non nascondo che partire da favoriti mette addosso un po’ di apprensione, ma le cose sono andate bene fin dal primo giorno e questo, personalmente, mi ha permesso di rilassarmi e godermi il campionato, le regate e la vittoria.

D: Titolo italiano in tasca, ma adesso avrete sicuramente altri progetti, anche perché il 2018 è un anno importante per i Minialtura in Alto Adriatico con il Campionato Europeo Sportboats a Porto Piccolo e la Coppa Italia ancora a Chioggia

Edo: I prossimi impegni saranno sicuramente il Campionato Europeo a Porto Piccolo e la Coppa Italia a Chioggia, poi per un futuro meno prossimo l’idea per me e Nicolo è quella di vendere la barca per sopraggiunti limiti di tempo, dato che gli impegni lavorativi stanno cominciando ad essere gravosi e il tempo da poter dedicare alla vela dovrà essere ulteriormente ridotto.

D: Su MIND THE GAP avete imbarcato sempre bravi velisti da Alberto Grossato a Matteo Chiereghin tanto per citare due ragazzi del CNC, ma questa volta avevate proprio un super team, un grandissimo al timone come Enrico Zennaro, un olimpionico alla tattica come Karlo Hmeljack e la capacità e l’esperienza di Nicola Zennaro

Edo: Sicuramente avere a bordo un team di quel livello ci ha aiutato molto, Enrico è un timoniere formidabile che riesce in una intera regata a non far sbattere mai la prua su un onda e condurre sempre la barca al massimo; Karlo è impressionante perchè riesce ad anticipare di mezzo lato un buono o uno scarso, Nicola è grandissimo nella preparazione della barca e nei lavori a bordo. Diciamo che andare in barca con gente così aiuta a crescere come velisti,  è stata una grande occasione di imparare dai migliori e speriamo che qualcosa ci sia rimasto addosso.

D: Tornando al titolo appena vinto e a quelli che vi andrete a giocare a Porto Piccolo e poi ancora a Chioggia, che barche e/o equipaggi ti hanno più impressionato a Chioggia e quali sono i principali rivali per l’europeo

Edo: Ho visto molte barche forti a Chioggia, le classifiche parlano da sole, i distacchi che ci hanno permesso di vincere alcune prove sono minimi, sotto il minuto, a dimostrazione che è mancato poco, davvero poco, e che siamo battibili come chiunque altro. Credo che la differenza di giocare in casa e aver avuto il tempo di allenarci a fondo, mentre molti equipaggi sono scesi in acqua per la prima volta il primo giorno di regata, ci abbia dato il vantaggio necessario per vincere. L’allenamento paga, molto, e il mio passato da derivista mi ha permesso di capire questa cosa fin da subito, con gli allenamenti che iniziavano già a febbraio, o i week end dedicati invece che alle feste o al tempo con gli amici all’allenamento in acqua, dove comunque ci si divertiva con i compagni di squadra. Capisco anche che da adulti sia difficile trovare il tempo per allenarsi tra la famiglia, il lavoro, gli affetti, e ancora più difficile quando si è in un equipaggio, dove bisogna mettere d’accordo le esigenze di persone diverse, ma la vera chiave sta nell’allenamento. Solo con questo si può raggiungere quell’affinità, quella coordinazione, lavorare sui dettagli sulle imperfezione che bruciano quei secondi che alla fine fanno la differenza.

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