Conclusa a Genova la 25^ edizione dei CICO, i Campionati Italiani per le Classi Olimpiche, una edizione francamente un po’ deludente non certo per la location, splendida, del Salone Nautico, e neanche per l’organizzazione, ottima, della filiera di circoli liguri facenti capo a Yacht Club Italiano, ma ben sotto le aspettative nei numeri dei partecipanti e con condizioni meteo un po’ estreme, in un senso e nell’altro, che certo non hanno aiutato lo svolgimento delle regate. Se i CICO devono essere la grande festa della vela italiana meriterebbero un’altra collocazione in calendario anche a discapito di qualche grosso impegno internazionale per qualche Classe, così posizionati ad inizio stagione sono certamente più soggetti alle imprevedibilità meteorologiche e sicuramente meno invoglianti per tutti quelli atleti che non fanno parte delle squadre nazionali e che ad inizio stagione non sono ancora preparati atleticamente e fisicamente e forse neanche nell’attrezzatura per affrontare certe condizioni; ne sono la riprova, oltre allo scarso numero di partecipanti, l’elevato numero di ritirati e non partiti nel primo giorno di freddo e tramontana forte. Certo è vero che un velista che vuole partecipare ai CICO deve essere di un certo livello ma è anche vero che in questo momento della stagione ad essere pronti sono solo gli atleti delle squadre nazionali, tutti gli altri, anche se velisti tecnicamente dotati, ora come ora andrebbero solo ad ingrossare le fila dei partecipanti senza alcuna possibilità di competere con i migliori, risultato? se ne stanno a casa a lavorare o studiare in attesa di un evento magari minore ma più confacente alle loro possibilità e al loro stato di forma e non vanno a gettare soldi e tempo per fare da sparring partners agli atleti delle varie squadre nazionali che possono allenarsi tutto l’anno spostandosi dove il clima lo consente. Non è un caso se molte classi veliche ai CICO ottengono numeri ben inferiori alla loro diffusione nazionale e ben al di sotto di classi veliche non olimpiche per le quali un campionato nazionale con meno di 30 barche è considerato un mezzo fallimento.

Bisogna dare atto alla Federazione di stare provando a fare qualcosa per i CICO, infatti la critica non riguarda certo la buona volontà, quello che dà fastidio però è vedere certi eventi “pompati” mediaticamente ben al di sopra delle loro miserevoli realtà, CICO e Campionati Italiani della Vela d’Altura su tutti, che assegnano titoli nazionali con numeri di imbarcazioni per classe assolutamente fallimentari nascosti da numeri globali che non significano assolutamente nulla se non per le difficoltà oggettive dei poveri organizzatori. Complimenti, questa volta si, alla FIV che se non altro da quest’anno restituisce pari dignità anche alle classi non olimpiche riconoscendo i loro campionati validi per l’assegnazione di un titolo “Italiano”; classi veliche che vanno ben oltre, sono i numeri dei CICO di Genova, i 5 Nacra 17, i 14 2.4, i 14 470 per due titoli (in realtà 6 maschili e 8 femminili), i 15 RSX per due titoli (in realtà 13 maschili e 3(?????)femminili), i 12 49er per due titoli (equamente divisi tra maschile e femminile), i più dignitosi 20 Finn e 25 Laser Radial; ma che vanno ben oltre anche agli 80 ORC dell’evento nazionale che, divisi in categorie, assegnano titoli con una media inferiore alle 10 barche per classe. A ben vedere dai numeri disastrosi dei CICO si salvano solo il Laser Standard (68 barche) e il Laser Radial (25 timonieri al femminile non sono certo un brutto risultato) mentre anche gli storici Finn fanno registrare un -20 nelle presenze rispetto ai CICO 2017 che però erano ad Ostia, regione “forte” per il singolo pesante. Detto questo i risultati li trovate qua https://www.yachtclubitaliano.it/it/news-104/risultati.html e probabilmente, con maggiore enfasi, in qualsiasi altro sito velico; a noi interessa soprattutto evidenziare la medaglia di bronzo conquistata da Silvia Zennaro cui sfugge anche quest’anno il titolo italiano pur confermandosi ai vertici della Classe.

Silvia, per sua stessa ammissione, non era al top della forma per questi CICO, tuttavia si è presentata, ha “tenuto botta” egregiamente nel primo tremendo giorno di vento e freddo, ha sofferto il secondo giorno con poca e instabile aria, ha sopportato psicologicamente lo stress del terzo giorno senza regate, ha provato ad attaccare il giorno finale quando due prove sono state interrotte per salti di vento; chiude terza ad un solo punto dall’argento e dietro le ultime due campionesse italiane Floridia Joyce (che riconferma il titolo conquistato nel 2017 ad Ostia) e Valentina Balbi (Formia 2016), 4° posto e primo giovanile per la muggesana Carolina Albano che ha preceduto la trentina Federica Cattarozzi già dominatrice a livello europeo nelle categorie giovanili.

