Riportiamo il commento di Enrico Zennaro sulla sua partecipazione con un team italiano all’Arabian Sailing Tour. Enrico Zennaro è stato per anni portacolori del Circolo Nautico Chioggia portando il nostro guidone ad altissimi livelli nella Classe Laser prima, in molte altre categorie della vela poi, arricchendo il suo e il nostro palmares di titoli mondiali, continentali e nazionali; oggi Enrico è uno degli uomini immagine del North West Garda, ma il suo cuore è sempre a Chioggia e con il Circolo Nautico Chioggia di cui è socio onorario per meriti sportivi.

“Quando sono stato chiamato dalla società Phi Number di Duccio Colombi perricoprire il ruolo ditattico del team “Adelasia di Torres” all’Arabian Sailing Tour, per conto dell’armatore Renato Azara, ho subito capito che avrei vissuto un esperienza unica e indimenticabile non solo perché abbiamo navigato in zone stupende dal punto di vista naturale ma anche perché’ abbiamo conosciuto delle culture diverse in ogni sede di tappa. Siamo passati dalle pazzesche città di Abu Dhabi, Doha e Dubai dove i grattacieli sono uno più alto e strano dell’altro ai piccoli paesini di pescatori di Sohar e Khasab avvolti da rocce calcaree al punto tale che sembrava di essere in un paesaggio lunare. Muscat forse è stata la città più bella non solo per il calore della sua popolazione ma anche perché è la città che, secondo me, più rispecchia l’Arabia.

La regata, lunga 750 miglia e divisa in 5 tappe è stata organizzata in maniera impeccabile da Oman Sail. L’unico punto sicuramente migliorabile da parte degli organizzatori è la questione relativa alle barche in quanto alcune sono più veloci di altre e noi essendo l’ultimo team arrivato ci siamo trovati su una barca lenta. Un sorteggio iniziale ed un cambio barca ad ogni tappa renderebbe sicuramente ancora più entusiasmante la parte agonistica. Sportivamente parlando siamo arrivati quinti su otto teams, risultato che oggi rispecchia il nostro valore rispetto a quello degli altri. Il nostro team era formato da 3 professionisti su 7 persone per questo lo scontro contro team formati completamente da professionisti non è stato facile anche perché i nostri avversari erano molto esperti in navigazioni offshore. Molti dei top team avevano atleti con all’attivo partecipazioni alla Volvo Ocean Race, alla Solitaire du Figaro, al Tour de France ecc ecc… Sicuramente di errori ne abbiamo commessi tanti, il più grosso di tutti è stato quello di passare all’interno di un area proibita che delimitava lo specchio d’acqua privato davanti alla residenza estiva del Sultano dell’Oman e la cosa ci è costata la squalifica non scartabile nella prima prova. Lo abbiamo fatto perché per tutta la prima tappa abbiamo dovuto navigare senza strumenti e vi assicuro che di notte non è’ stato per nulla facile non solo dal punto di vista delle performance ma anche dal punto di vista della sicurezza in quanto la nostra rotta passava attraverso una zona adibita all’ancoraggio navi ed alcune avevano le luci spente. La nostra regata migliore è stata l’ultima tappa da Doha a Dubai nella quale per tutte le 205 miglia del percorso abbiamo navigato con lo spinnaker ed abbiamo concluso al secondo posto. Il rientro a motore di notte dopo aver tagliato l’arrivo davanti ai grattacieli illuminati sarà un bel ricordo che mi porterò per parecchio tempo nel cuore.”
